lunedì 7 maggio 2018

Firenze. Staffetta fino a Viareggio contro la tratta, in nome di Glory

È partita da Piazza Dalmazia a Firenze la staffetta "Un'altra strada è possibile". A Firenze abbiamo salvato Glory, oggi la 19enne nigeriana studia e si sta costruendo una vita.


Una corsa simbolica nei luoghi della prostituzione fiorentina e della Versilia
Circa cento persone con indosso le magliette gialle dell'iniziativa "Un’altra strada è possibile", hanno percorso a piedi la strada tra Piazza Dalmazia e il centro sportivo Paganelli di Viale Guidoni.

Da qui è partita la marcia verso Viareggio che ha visto la partecipazione di circa 500 podisti. Una staffetta che ha percorso le strade e i luoghi notoriamente frequentati dalle ragazze nigeriane costrette a prostituirsi.


La corsa è stata organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con un cartello di associazioni e con il patrocinio del Comune di Firenze. L’evento fa parte della campagna “Questo è il mio corpo”, lanciata lo scorso luglio dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.

L'obiettivo è quello di sostenere la proposta di legge ispirata al “modello nordico” che colpisce la domanda di prestazioni sessuali, sanzionando i clienti.

La corsa si è articolata lungo i 120 chilometri tra Firenze a Viareggio, un percorso che si è snodato tra i luoghi teatro di prostituzione e che ha visto più di 500 podisti marciare per 23 ore


Con l'unità di strada della Comunità, racconta la presidente della commissione Pari Opportunità e referente della comunità Serena Perini, siamo riusciti a salvare alcune di loro. Mi ha colpito la storia di Glory, una diciannovenne nigeriana costretta a prostituirsi sulle strade fiorentine che oggi vive in una delle nostre strutture e ha iniziato a studiare, ha il sogno di andare all'università. Sta cercando di riscattarsi.

Glory
La voce di Glory ha riempito Piazza Dalmazia. Il racconto della 19enne nigeriana è stato trasmesso poco prima della partenza. Glory era arrivata in Italia perché credeva che qui avrebbe avuto un lavoro invece alcuni suoi connazionali l'hanno costretta a prostituirsi. "La giovane aveva accumulato oltre 35 mila euro di debiti tra spese del viaggio e di sostentamento a Firenze anche per questo riescono a trasformarle in schiave". È stata la Comunità Papa Giovanni XXIII che ha contribuito a convincere il sindaco di Firenze Nardella ad adottare l'ordinanza anti-prostituzione.

Nell'esperienza delle unità di strada si è visto che l'unico modo che si ha per combattere questa schiavitù è colpire la domanda, ovvero il comportamento del cliente. Molte legislazioni europee già lo fanno. È il cosiddetto modello nordico adottato per la prima volta in Svezia, recentemente adottato anche in Francia (aprile 2016) e in Irlanda (dallo scorso marzo). Un modello raccomandato anche dal Parlamento Europeo.

Noi vorremmo una legge che sanzioni il cliente sul modello dell'ordinanza fiorentina. Nei giorni scorsi il primo cittadino ha fatto sapere che la polizia municipale avvierà una nuova fase di monitoraggio sulle strade fiorentine e nel caso in cui dovessero esserci tante ragazze, adotterà una nuova ordinanza.

Dove il modello nordico è già in vigore, ha portato ad una drastica dimunuzione della prostituzione proprio per il suo potere deterrente. Al contrario, nei Paesi in cui la prostituzione è regolamentata, il numero di prostitute pro capite è in crescita. Numerosi studi internazionali dimostrano che la legalizzazione porta a un aumento della domanda e dunque a un aumento della prostituzione e dello sfruttamento.


La legalizzazione è associata a una cultura in cui la prostituzione e la coercizione sessuale sono considerate normali, e in cui il corpo delle donne viene mercificato

Tra i presenti alla manifestazione sportiva anche l'assessora ai servizi sociali Sara Funaro e il presidente della commissione salute in Palazzo Vecchio Nicola Armentano. "È anche un problema di salute pubblica, i nuovi malati di Aids oggi sono eterosessuali, uomini e di una certa età. Non è più una malattia settoriale. Inoltre spesso succede che contagino le mogli o compagne che sono inconsapevoli delle frequentazioni sessuali del loro uomo"

I numeri
In Italia, sarebbero circa centomila le donne che si prostituiscono sia lungo le strade che al chiuso. Di queste, il 25 per cento sono minorenni e almeno l'80% sono sfruttate da mafie e racket. Stando ai dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel mondo le persone sfruttate a fini sessuali o lavorativi sono 21 milioni, di cui 5,5 milioni minori d’età. Il 75 per cento delle vittime di tratta, ai fini di sfruttamento sessuale, sono donne e ragazze minorenni.

La petizione
La legge Merlin del 1958 aveva previsto la non punibilità di chi si prostituisce e ha introdotto i reati di sfruttamento e di favoreggiamento della prostituzione, nonché il reato di induzione alla prostituzione.

Il fenomeno sociale della mercificazione del sesso è oggi completamente cambiato rispetto al contesto sociale in cui si era inserita quella legge: oggi la prostituzione è legata prevalentemente alla tratta di esseri umani. Con la Convenzione di Istanbul del 2011 è entrato nel nostro ordinamento il primo strumento internazionale in grado di vincolare giuridicamente gli Stati alla tutela dei diritti delle donne.

Nel 2003 fu fatto un primo tentativo di proposta di legge d’iniziativa popolare, mai discussa, che mirava alla punibilità del cliente. In pochi mesi, l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da un prete diocesano di Rimini, don Oreste Benzi (che in 25 anni è riuscito a liberare più di settemila donne dalla schiavitù della prostituzione) raccolse ben 110.000 firme. Ora, la Papa Giovanni ci riprova con una nuova petizione: “La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale hanno come cause profonde la diseguaglianza tra uomini e donne e la povertà, aggravate dalle disparità etniche e da altre ingiustizie come i conflitti armati"

L'esercizio di una libertà esercita su una persona non libera
Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli.

Andare con una prostituta è una “libertà” esercitata nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta: soggetti deboli, a volte poco più che adolescenti, privati dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l’inganno.

Un consenso apparentemente libero è invece una catena di sopraffazioni che culmina con il cliente. Il "cliente" che conosce questa situazione, diventa lui stesso uno sfruttatore.

La prostituzione è sempre un abuso. "Il contrasto alla prostituzione va affrontato dal punto di vista del cliente”. Bisogna trovare le chiavi di lettura per un'emergenza che riguarda tutta Italia.
(La Repubblica)



Articolo a cura di
Maris Davis

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