giovedì 29 marzo 2018

Giro di baby squillo a Torino. Coinvolti molti Vip e il figlio di un imprenditore

"100 euro per un rapporto in un locale, 250 in macchina, 600 per un pomeriggio"


Coinvolto il figlio di un noto imprenditore. Ragazze pagate per fare "immagine". Da spogliarelliste, poi, diventano fanciulle "con cui fare un privé"

Assunte come ragazze immagine nei locali e nei club, ma poi venivano fatte prostituire. La squadra mobile di Torino ha smantellato un giro di prostituzione di giovani e giovanissime gestito da quattro persone, già note alle forze dell'ordine, che si occupavano di procacciare i clienti. Devono rispondere di sfruttamento della prostituzione, anche minorile.

Tra gli indagati nell'inchiesta, nome in codice "Tacco 12", quattro persone tra cui Mario Gianatta, il figlio 36enne dell'imprenditore Roberto Gianatta, a capo della Bluetec, azienda del gruppo piemontese del settore automotive Metec Sola. Pesanti,le accuse che il pm di Torino Fabiola D'Errico ha mosso a suo carico. Il 36enne avrebbe fatto sesso con delle squillo minorenni, conosciute nel corso delle sue notti brave torinesi.

Il prezzo per un rapporto in un locale "ordinario" costava 100 euro, 250 euro era la tariffa per il "solo guardare" (all'interno di un'auto), mentre saliva a 600 euro il costo di un intero pomeriggio di sesso con il giovane imprenditore e altri clienti vip.

«Se vuoi iniziare a fare quello che faccio io, possiamo andare insieme a Montecarlo...per un week end in barca ci darebbero quattromila euro». Le cifre riportate nell'ordinanza richiesta dalla pm Fabiola D'Errico, che ha coordinato la polizia, variano a seconda del portafoglio del cliente: se un rapporto in un locale «ordinario» costa 100 euro, vale almeno 250 euro il «solo guardare» all'interno di un'auto. Ma per un mezzo pomeriggio passato nella villa di un imprenditore il prezzo sale almeno a 600 euro.

La baby squillo intercettata diceva: "Vado con un tipo ricco quasi come Agnelli, mi dà tanti soldi. Cambiamo vita". E conferma il weekend a Montecarlo.

È solo l'anticipo che precede l'offerta concreta: «Mi fa, sempre Felice – racconta la sedicenne con entusiasmo - io conosco una persona.... potremmo fare un giro, gli posso fare un "privalio" e praticamente ci faremmo un week-end a Montecarlo». «Mmmmh». «Su una barca, sarebbero 600 euro a ragazza...». «Io e te?», risponde incredula l'amica, che nel giro non è ancora mai entrata.

«Si...», è la risposta. E la ragazza più «esperta» di lei aggiunge: «Io a Felice ho detto subito di sì, perché tanto, ho pensato, se io e lei siamo insieme, siamo tranquille, possiamo andare». «Esatto», sussurra l'amica. Il racconto prosegue, con i dettagli del guadagno. «Gli faccio, sempre a Felice – prosegue la sedicenne – sì, sono 600 a testa, ma...e poi se si riesce a organizzare qualcosa...io e te riusciremo a portare... lui si fa i soldi eh... poi su di noi, per carità una parte prende lui, piccolina, ma se la prende lui», è la precisazione. «Così noi riusciremo a portarci a casa quattromila, tremila euro», è la conta totale.

Ai vertici dell'organizzazione c'era Enrico Marchesi, detto "The King", che selezionava le ragazze, quasi tutte trai 15 e i 17 anni con qualche "fuori quota" diciottenne. É finito in carcere insieme a Felice Iammola e Angela Tuffariello, gestori di locali, che avrebbero organizzato festini a sfondo sessuale anche in night club frequentati da scambisti.

Ai domiciliari, invece, è finita una quarta persona, ma la sua posizione sarebbe meno grave. Indagati anche i clienti, per ora quattro, che avrebbero fatto sesso a pagamento con le ragazzine. Tra loro c'è anche Mario Gianatta, che era già finito sotto inchiesta nel 2015, quando nel parco della villa di famiglia, all'interno della Mandria di Venaria, aveva ospitato due cuccioli di puma. In tribunale, il 36enne si era giustificato dicendo che riteneva fossero "due bei micioni"

Le immagini delle adolescenti, avvolte in vestiti aderenti di paillette rosa, occhi allungati con linee di eye-liner marcate, erano pubbliche. Esibite sui loro profili Facebook, mai nascosti a nessuno. E anche gli annunci per attirarle, come «ragazze immagine», non venivano celati.

Comparivano online e rimbalzavano sui social. Soltanto l'età veniva occultata. È sempre lui, uno dei testimoni principali, a confermare: «I documenti venivano falsificati, Marchesi sapeva benissimo quanti anni avevano». La più giovane ne aveva quindici, la più «anziana» diciotto. «Dove sei? Scendi, sono sotto da un quarto d'ora, pensavo fossi a scuola», è l'esortazione di Felice Iemmola, intercettato mentre attende una delle «sue» ragazze preferite davanti a un liceo linguistico di Torino.

Sempre nella villa di famiglia, secondo la squadra mobile, Gianatta Jr avrebbe portato le escort minorenni. Il compito di organizzare gli incontri, da quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, sarebbe stato affidato a Vincenzo Lillo (dipendente del giovane imprenditore anche lui indagato) che doveva anche curare "gli spostamenti delle minorenni" procurate dall'organizzazione. Lillo, secondo la Procura, aveva anche il compito di capire e interpretare i "gusti di Gianatta" in fatto di donne. Una terza persona, Ignazio D'Angelo, poi, "eseguiva i trasporti con un taxi". Il prezzo della corsa dal centro di Torino a Venaria era di 450 euro. Decisamente troppo per un tragitto di pochi chilometri.

Nessun dubbio, poi, sul fatto che i clienti sapessero che le ragazze non avevano ancora compiuto 18 anni. "I documenti venivano falsificati - ha fatto mettere a verbale un testimone - ma Marchesi sapeva benissimo quanti anni avevano"


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