domenica 18 febbraio 2018

Nigeria. Attentato con tre donne kamikaze a Maidiguri, 18 morti

Ancora sangue in Nigeria, ancora Boko Haram in azione, con una strage in un affollato mercato.

La gente si affollava fra le bancarelle la sera alla luce dei neon, quando due kamikaze mescolati alla folla, quasi certamente donne, hanno fatto detonare i loro corpetti esplosivi, seguiti da un terzo che si è fatto esplodere poco dopo, scatenando l’inferno nel mercato del pesce venerdì sera della cittadina di Konduga, a sud-est della capitale della capitale Maiduguri (stato di Borno), nel travagliato nord-est. Almeno 22 i morti, compresi i kamikaze, e 70 i feriti, una ventina dei quali in gravi condizioni, dato non definitivo il bilancio che lascia aperto il bilancio.


Il mercato Tashan Kifi, è un luogo di socializzazione, dove la gente compra, mangia e s’intrattiene, spiegano i media africani. Secondo Ari, della Civilian Joint Task Force (Cjtf), la milizia di autodifesa civile che assiste i militari, «non ci sono dubbi sulla matrice di questa strage: Boko Haram ha preso di mira Konduga molte volte

La sanguinaria setta Boko Haram, ora affiliata all’Isis, in 9 anni ha provocato la morte di 27.000 persone e creato 2 milioni e 700 mila sfollati e tiene in prigionia almeno duemila donne e ragazze, molte delle quali, anche bambine, le costringe a diventare kamikaze nelle sue decine e decine di attentati.

Musa Bulama, 32 anni, ha raccontato ai media di essere fortunata a essere ancora viva. «Sono arrivata al mercato notturno per comprare pesce per la cena della mia famiglia quando ho sentito un botto fortissimo dietro di me. Prima di capire cosa fosse successo ero in terra e prima che potessi rialzarmi in piedi un’altra esplosione tremenda, poi una terza. Rimasi stesa a terra, ma intorno la confusione era terribile. Sentivo lamenti ovunque e capivo che le vittime erano tante»

Una strage, fanno notare alcuni media africani, che coincide con il primo processo, in corso da una settimana in forma semi-segreta, contro quasi mille sospetti militanti di Boko Haram condotto da un tribunale civile in una remota, blindatissima base militare a Kainji, a circa 8 ore di macchina da Minna, nel centrale stato di nigeriano di Niger, lontanissimo dal terreno d’azione dei terroristi, che opera nel nord a maggioranza musulmana del popolosissimo Paese africano.

Esattamente un mese fa, il 17 gennaio e sempre in un mercato nello stato di Borno, in un doppio attentato kamikaze erano morte 12 persone. Anche il quel caso furono utilizzate delle ragazzine kamikaze.
(La Stampa)


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