martedì 23 gennaio 2018

Rapporto Oxfam, l'1% della popolazione ricca possiede quanto il 99% del resto del mondo

Le 42 persone più ricche possiedono di più di quello che possiedono i 3,7 miliardi di persone più povere.


Negli USA un giorno di stipendio di un amministratore delegato vale come un anno dello stipendio di un dipendente nella stessa azienda. In Italia l'1% più ricco ha 240 volte più del 20% più povero.

Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, l'Ong chiede ai big dell'economia di 'ricompensare il lavoro, non la ricchezza'

Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri. Quarantadue ricconi possiedono più di 3,7 miliardi di persone. Il divario cresce, nel mondo e anche in Italia. L'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quando il restante 99%. Ma si arricchisce sempre di più: l'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone. Il contrasto è evidente visto che, conti alla mano, ogni due giorni si registra l'arrivo di un nuovo miliardario.

L'ong britannica Oxfam ha pubblicato un nuovo rapporto sulla ricchezza nel mondo alla vigilia del World Economic Forum di Davos, che vede riuniti nella cittadina svizzera il gotha mondiale dell'economia e della politica.



L'Ong britannica ha deciso di intitolare il rapporto: 'Ricompensare il lavoro, non la ricchezza' sottolineando che i salari non hanno mantenuto il passo con la produttività e il lavoro è sempre più sottopagato, precario e rischioso. I dati indicano infatti come ad un costante incremento dei profitti di azionisti e top manager corrisponde un peggioramento altrettanto costante dei salari e delle condizioni dei lavoratori.

Negli Usa si calcola che un amministratore delegato possa percepire in poco più di un giorno una cifra pari al reddito medio che un suo dipendente percepisce in un anno. Discorso che è ancora più grave per le donne, che subiscono in media un divario retributivo del 23% rispetto ai colleghi uomini. In Bangladesh, il top manager di una delle prime cinque compagnie dell'abbigliamento guadagna in 4 giorni quando una sua lavoratrice in una intera vita.

Tra le proposte della Ong, c'è quella di porre un tetto ai super-stipendi dei top manager per impedire che il divario superi il rapporto 20 a 1.

I ricchi dovrebbero vivere più semplicemente affinché i poveri possano semplicemente vivere
(Gandhi)


La situazione italiana
Il problema della disuguaglianza è globale, e l'Italia non fa certo eccezione. L'Italia è infatti parte integrante della fotografia di Oxfam che, nel 2016, la piazzava ventesima (su 28) in Europa per disparità di reddito disponibile. Basti pensare che i 14 italiani più ricchi possiedono 107 miliardi di dollari, vale a dire il 30% di quello che detiene tutto il resto dei cittadini.

Parlando in percentuali, il 20% più ricco degli italiani detiene oltre il 66% del reddito totale, lasciando alla metà più povera del paese appena il 14,8%. Gli impressionanti dati raccolti sul nostro Paese ci mostrano poi che l'1% più ricco possiede 240 volte il patrimonio del 30% più povero.

Lo scenario non cambia se si considera il reddito disponibile pro-capite: Dal 1988, nonostante il paese si sia arricchito notevolmente, il 10% più povero degli italiani ha potuto contare solo su un aumento di reddito dell'1%, vale a dire 4 dollari pro-capite l'anno. Il 20% più ricco ha invece intascato il 40,4% dell'incremento della ricchezza.

Questo aumento continuo della disuguaglianza non solo c'è ma, secondo il rapporto Oxfam, si vede. La sezione italiana dell'organizzazione, in vista delle elezioni politiche italiane, ha inviato una lettera ai candidati premier nella quale si legge che "il 61% degli italiani percepisce una crescita della disuguaglianza nel Paese" e oltre i due terzi del campione interpellato non ritiene equa la retribuzione corrisposta per il lavoro svolto, anche se si accontenta "visti i tempi che corrono"

Rapporto Oxfam
(integrale in italiano)
"Ricompensare il lavoro, non la ricchezza"

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