lunedì 22 gennaio 2018

Cassino, si è suicidato il padre accusato di stupro dalla figlia 14enne

È stato trovato impiccato nella chiesa di San Tommaso a Roccasecca. La ragazza aveva denunciato gli abusi subiti in un tema in classe. Già l’estate scorsa la mamma l’aveva avvisata: «Mai da sola in casa con lui»


Non ha resistito e, forse in preda al rimorso, si è suicidato. L’ex agente di polizia penitenziaria indagato per aver abusato della figlia di 14 anni è stato trovato impiccato nella chiesa di San Tommaso, a Roccasecca, nel Frusinate.

Trovato all’ingresso della chiesa
La scoperta è stata fatta intorno alle 9.30 di lunedì 22, in località Castello, zona di montagna della cittadina vicino a Cassino. A notarlo è stato un passante. Il corpo si trovava all'ingresso del luogo di culto, in uno spazio delimitato da una grata a protezione del portone. Per togliersi la vita ha utilizzato uno spago da imballaggio.

I carabinieri della compagnia di Pontecorvo stanno svolgendo accertamenti, ma sembra non abbiano trovato nulla. Il 53enne, accusato di aver abusato della figlia 14enne, non ha lasciato biglietti. La salma è stata portata all'obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino.

Il dramma dopo pesanti accuse
Il dramma si è consumato dopo quello vissuto dalla figlia che aveva rivelato le violenze sessuali in un tema di italiano con traccia: «Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle»

La ragazzina aveva scritto: «sono stata stuprata da papà, la prima volta in un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola», raccontando di essere stata vittima, in più occasioni di violenze sessuali da parte del padre.

La vicenda era venuta alla luce dopo l’allarme dell’insegnante e del dirigente scolastico, che avevano subito convocato la madre della studentessa. La donna era poi andata a denunciare la vicenda. Le indagini della polizia e della procura di Cassino erano sfociate in un provvedimento, nei confronti dell’ex poliziotto, con divieto di avvicinamento alla 14enne e alla sua famiglia, emesso dal gip di Cassino, Salvatore Scalera su richiesta del pm Roberto Bulgarini Nomi. Il magistrato aveva anche stabilito l’obbligo del braccialetto elettronico per controllare che l’ex agente della penitenziaria non si avvicinasse alla casa dove vivevano le donne.
(Corriere della Sera)

Condividi su Facebook


Nessun commento:

Posta un commento