venerdì 13 ottobre 2017

Arrivata a Palermo la "nave dei bambini". A bordo 241 minori, mai così tanti

Salvati da nave Aquarius di Sos Méditerranée sulla rotta libica. L'imbarcazione ha attraccato nel porto del capoluogo siciliano questa mattina.


È arrivata nel porto di Palermo Aquarius, la nave di Sos Méditerranée, con a bordo 606 migranti salvati in sette operazioni di soccorso in meno di 36 ore. La 'nave dei bambini' è stata ribattezzata. Sul natante dell'organizzazione franco-italo-tedesca, infatti, 241 minori, 178 dei quali non accompagnati. Sono undici le donne incinte, di cui due al nono mese di gravidanza, e c'è anche un neonato di appena una settimana.

Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure, un giovane porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete. Numerose donne di origine sub-sahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali e di essere state imprigionate per diversi mesi.

"Un naufrago su tre è bambino o adolescente", ha confermato Madeleine Habib,coordinatrice SAR (Search and Rescue) di Sos Méditerranée. I migranti soccorsi martedì e mercoledì provengono da più di 15 Paesi differenti: Siria, Egitto, Mali, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen. Tra loro anche un migrante originario della Turchia. 50 sono i richiedenti asilo siriani in fuga attraverso la Libia, tra i quali intere famiglie con bambini.

C'è anche un giovane che porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete. Lo rende noto la stessa organizzazione umanitaria. Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure.

Cinquanta persone sono richiedenti asilo siriani in fuga dalla Libia, e tra questi intere famiglie con bambini e due donne incinte al nono mese di gravidanza. "Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni. Ma presto in questo Paese tutto è diventato caotico, non ci sono più soldi, né lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani" ha spiegato un siriano ai volontari della ong.

"In Libia, se vedono Siriani dicono 'dammi i soldi'. Mi hanno rubato la macchina. È uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta: il mio passaporto era scaduto, era il mare o la morte" ha continuato il testimone siriano, che desidera chiedere asilo in Germania, dove si trova una parte della sua famiglia.

"Abbiamo tentato la traversata tre volte. Ma la prima volta la barca è quasi affondata, la seconda volta il tempo era troppo brutto e dei pescatori ci hanno consigliato di tornare sulla costa altrimenti saremmo morti in mare, la terza volta era questa. I trafficanti ci hanno dato una bussola e ci hanno detto: se andate in questa direzione arrivate a Malta. Se andate in questa direzione arrivate a Venezia. Se andate in questa direzione arrivate in Andalusia" ha aggiunto ancora il naufrago siriano, assicurando che la barca è partita da Garabulli, a est di Tripoli.

"Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore dimostrano che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza in Libia. In mancanza di un'alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare più mortale al mondo" afferma Valeria Calandra, presidente di Sos Méditerranée Italia.

L'organizzazione si appella alle autorità nazionali ed europee sulla "necessità urgente di mobilitazione di imbarcazioni di salvataggio nel Mediterraneo per intervenire in tempo, prima che le imbarcazioni di fortuna si rompano e affondino, non lasciando alcuna possibilità sopravvivenza ai loro passeggeri. Di fronte all'assenza di un adeguato dispositivo di salvataggio istituzionale, continueremo la nostra missione in mare durante tutto l'inverno, per il secondo anno consecutivo" ha concluso. Da quando la missione della ong ha preso il via, a fine febbraio, sono più di 23.000 le persone salvate e soccorse a bordo della nave Aquarius.
(La Repubblica)


Condividi su Facebook


Nessun commento:

Posta un commento