giovedì 26 gennaio 2017

Londra, La Corte Suprema rigetta la Class-Action dei nigeriani contro la Shell

La Corte Suprema di Londra ha stabilito oggi che i due gruppi di abitanti del Delta del Niger, nel sud della Nigeria, non possono perseguire nei tribunali britannici la Royal Dutch Shell, accusata di inquinamento ambientale per le costanti fuoriuscite di petrolio nella regione.

Secondo il parere di alcuni esperti, se il massimo tribunale avesse accettato la richiesta delle popolazioni Ogale e Bille, altri avrebbero potuto essere incoraggiati a perseguire azioni legali nei tribunali britannici contro le multinazionali con sede in Inghilterra.

Più di 40.000 nigeriani delle comunità Ogale e Bille intentarono due class-actions contro la compagnia petrolifera e la sua controllata nigeriana Spdc per le costanti fuoriuscite di greggio che hanno distrutto la loro terra e inquinato le acque. Alla fine di novembre la Shell ha replicato ai ricorsi presentati a Londra dalle due comunità nigeriane sostenendo che la competenza territoriale è di un tribunale nigeriano dove è avvenuto il presunto crimine.

Il Re della comunità Ogale, Emere Godwin Bebe Ukpabi, aveva spiegato che la giustizia britannica rappresentava l'ultima speranza per fermare l'inquinamento. "Shell è la Nigeria, e la Nigeria è la Shell. Non si può vincere contro Shell davanti ad un tribunale nigeriano. Il sistema giudiziario nigeriano è pieno di corruzione"

La class-action chiedeva ai giudici britannici di costringere la Shell ad accettare le conclusioni di un'inchiesta delle Nazioni Unite che nel 2011 aveva evidenziato le devastazioni causate dall'inquinamento da idrocarburi in Ogoniland, la regione in cui vive la comunità Ogale nel Delta del Niger. "La mia gente è colpita da malattie strane. Alcuni soffrono di malattie della pelle o infertilità. Altri muoiono improvvisamente"

Secondo l’ONU il danno ecologico causato dalle fuoriuscite di petrolio nel Delta del Niger potrebbe richiedere la più ampia operazione di pulizia mai intrapresa nel mondo, della durata di 25 o 30 anni.

Shell ed ENI sono i maggiori produttori di petrolio in Nigeria. La Shell contesta le accuse sostenendo che l’inquinamento sia causato dalle stesse comunità che sottraggono il petrolio dalle condutture, dal sabotaggio degli oleodotti e dalla raffinazione illegale.

Nel gennaio 2015, dopo una battaglia legale di tre anni, Shell accettò di pagare più di 80 milioni di dollari a 15.600 pescatori Bodo, un'altra comunità nigeriana colpita da due grandi fuoriuscite di petrolio nel 2008. Nel 2009 Shell pagò 15,5 milioni di dollari in un patteggiamento in cui però negò la propria colpevolezza, con il quale evitò di essere portata davanti ad un tribunale statunitense per l'accusa di complicità nell'omicidio dell'attivista Ken Saro Wiwa e altri 5 militanti Ogoni, il 10 novembre 1995.

La decisione di oggi della Corte Suprema inglese rappresenta un duro colpo per le due comunità nigeriane, che sanno bene che vincere contro il colosso petrolifero in Nigeria è praticamente impossibile.
(Reuters Africa)


"Tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale"

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Articolo a cura di
Maris Davis

Maris Davis

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