lunedì 10 ottobre 2016

Giornata Internazionale contro la Pena di morte

10 ottobre, Giornata Internazionale contro la Pena di  morte per dire NO alle esecuzioni capitali in tutto il mondo.

No alla Pena di morte
Ci opponiamo incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica, da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione.

Nel 1977, i paesi abolizionisti erano appena 16. Oggi, più di due terzi dei paesi al mondo ha abolito la pena capitale per legge o nella pratica.

La tendenza mondiale verso l'abolizione della pena di morte ha conosciuto negli anni '90 una decisa accelerazione, sostenuta dai principali organi internazionali come la Commissione sui diritti umani dell'Onu e Amnesty International. A partire dal 2007 fino al 2014, l'Assembla generale delle Nazioni Unite ha approvato diverse risoluzioni che chiedono una moratoria sulle esecuzioni e impegna il Segretario generale dell'Onu a riferirne l'effettiva implementazione e a riportare tale verifica nelle successive sessioni dell'Assemblea. Tali risoluzioni, sebbene non vincolanti, portano con sé un considerevole peso politico e morale e costituiscono uno strumento efficace nel persuadere i paesi ad abbandonare l'uso della pena di morte.

Rapporto Amnesty International sulla Pena di morte nel 2015 - Download Rapporto - Nel 2015 almeno 1.634 persone sono state messe a morte in tutto il mondo rispetto alle 1.061 del 2014, un aumento di oltre il 50%. Questa cifra rappresenta il più alto numero di esecuzioni registrate da Amnesty International dal 1989. Il totale non include il dato relativo alla Cina, dove la pena di morte è classificata come segreto di stato. Amnesty International ritiene che le esecuzioni avvenute in Cina siano state migliaia, sebbene ci siano indicazioni che il numero sia in diminuzione.

Anche il numero dei paesi esecutori è aumentato, da 22 nel 2014 a 25 nel 2015. Almeno sei paesi che non avevano eseguito sentenze capitali nel 2014 hanno messo a morte detenuti nel 2015, tra cui il Ciad, che ha ripreso le uccisioni dopo un lungo periodo di astensione (dal 2003). Nel 2015 il Pakistan ha continuato le esecuzioni a un ritmo senza precedenti, dopo la revoca della moratoria avvenuta a dicembre 2014 in seguito al massacro nella scuola di Peshawar.

Durante l'anno in Pakistan sono state messe a morte più di 320 persone, il numero più alto che Amnesty International abbia mai registrato nel paese. Le esecuzioni in Iran sono aumentate dalle almeno 743 nel 2014 alle almeno 977 nel 2015. La maggior parte delle persone uccise sono state messe a morte per reati legati alla droga. In Arabia Saudita le esecuzioni sono aumentate del 76%, dalle almeno 90 del 2014 alle almeno 158 del 2015, il numero più alto registrato nel paese dal 1995. Escludendo la Cina, Arabia Saudita, Iran e Pakistan insieme hanno eseguito circa il 90% delle condanne a morte registrate da Amnesty International in tutto il mondo nel corso dell'anno.

Rispetto al 2014, Amnesty International ha registrato un aumento delle esecuzioni anche in Egitto e in Somalia, rispettivamente del 47% e del 79%. L'aumento delle esecuzioni è particolarmente allarmante, i governi che continuano a utilizzare la pena di morte devono fermare subito questo massacro e rendersi conto che sono dalla parte sbagliata della storia.

Commutazioni o provvedimenti di grazia nei confronti di condannati a morte sono stati registrati in 34 paesi. Almeno 71 condanne a morte sono state annullate in sei paesi, Cina (1), Egitto (1), Nigeria (41), Pakistan (almeno 21), Taiwan (1) e Usa (6). Nel 2015 sono state registrate almeno 1998 condanne a morte in 61 paesi, in diminuzione rispetto alle almeno 2466 condanne a morte in 55 paesi del 2014. Alla fine del 2015, si trovavano nei bracci della morte in attesa di esecuzione almeno 20.292 prigionieri.

I paesi che hanno abolito, per legge o nella prassi, la pena di morte sono 140. Nel 2015 quattro paesi (Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname) hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, portando il totale dei paesi completamente abolizionisti a 102. La Mongolia ha adottato un nuovo codice penale, che non prevede più la pena di morte e che entrerà in vigore entro il 2016.



Paesi abolizionisti e Paesi abolitori. Più di due terzi dei paesi al mondo ha abolito la pena di morte per legge o nella pratica. Al 31 dicembre 2015 i paesi erano così suddivisi:
  • 102 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
  • 6 paesi l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra o in circostanze eccezionali.
  • 32 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno stabilito una prassi o hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.
  • In totale 140 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica.
  • 58 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso.

Nonostante i passi indietro del 2015, il mondo continua a marciare in direzione dell'abolizione della pena di morte. Alcuni sviluppi dello scorso anno hanno dato speranza e mostrato che i paesi che ancora si aggrappano alla pena di morte sono una isolata minoranza.

Quattro paesi, Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname, hanno abolito la pena di morte per tutti i reati mentre in Mongolia è stato adottato un nuovo codice penale abolizionista che entrerà in vigore nel corso del 2016.

Per la prima volta la maggioranza dei paesi del mondo, 102, è completamente abolizionista.


Paesi totalmente abolizionisti: 102
sono quei paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i reati:
Albania, Andorra, Angola, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bhutan, Bolivia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Burundi, Cambogia, Canada, Capo Verde, Cipro, Città del Vaticano, Colombia, Congo (Repubblica del), Costa Rica, Costa d'Avorio, Croazia, Danimarca, Ecuador, Estonia, Filippine, Finlandia, Figi, Francia, Gabon, Georgia, Germania, Gibuti, Grecia, Guinea Bissau, Haiti, Honduras, Irlanda, Islanda, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Kirghizistan, Kiribati, Liechtenstein, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Macedonia, Madagascar, Malta, Mauritius, Messico, Micronesia, Moldavia, Monaco, Montenegro, Mozambico, Namibia, Nepal, Nicaragua, Niue, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Palau, Panama, Paraguay, Polonia, Portogallo, Regno Unito , Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Repubblica Slovacca, Romania, Ruanda, Samoa, San Marino, Sao Tomè e Principe, Senegal, Serbia (incluso il Kosovo), Seychelles, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Suriname, Svezia, Svizzera, Timor Est, Togo, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Venezuela.

Paesi abolizionisti per reati comuni: 6
sono quei paesi che hanno abolito la pena di morte per i reati comuni, ma la mantengono per casi eccezionali quali, ad esempio, i reati commessi in tempo di guerra:
Brasile, Cile, El Salvador, Israele, Kazakistan, Perù.

Paesi abolizionisti de facto: 32
sono quei paesi che mantengono in vigore la pena di morte, ma nei quali le esecuzioni non hanno luogo da almeno dieci anni, oppure sono paesi che hanno introdotto delle moratorie sulle esecuzioni.
Algeria, Benin, Brunei, Burkina Faso, Camerun, Corea del Sud, Eritrea, Federazione Russa, Ghana, Grenada, Kenya, Laos, Liberia, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Marocco, Myanmar, Mongolia, Nauru, Niger, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sri Lanka, Swaziland, Tagikistan, Tanzania, Tonga, Tunisia, Zambia.

Paesi mantenitori: 58
sono quei paesi che mantengono in vigore la pena di morte:
Afghanistan*, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita*, Bahamas, Bahrain, Bangladesh*, Barbados, Belize, Bielorussia, Botswana, Ciad*, Cina*, Comore, Corea del Nord*, Cuba, Dominica, Egitto*, Emirati Arabi Uniti*, Etiopia, Gambia, Giamaica, Giappone*, Giordania*, Guatemala, Guinea, Guinea Equatoriale, Guyana, India*, Indonesia*, Iran*, Iraq*, Kuwait, Lesotho, Libano, Libia, Malesia*, Nigeria, Oman*, Palestina (Stato di), Pakistan*, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Singapore*, Siria, Somalia*, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Stati Uniti d'America*, Sudan*, Sudan del Sud*, Thailandia, Taiwan*, Trinidad e Tobago, Uganda, Vietnam*, Yemen*, Zimbabwe.
* paesi che hanno eseguito condanne a morte nel 2015.
(Fonti e dati Amnesty International)

Rapporto Amnesty International sulla Pena di morte nel 2015
- Download -



Articolo a cura di
Maris Davis

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