sabato 20 febbraio 2016

Crimini Isis e Boko Haram, secondo il Parlamento Europeo sono un "Genocidio"

Il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno che definisce "Genocidio" i crimini commessi contro le minoranze cristiane e yazide, e altre minoranze religiose dall'Isis in Medio oriente, da Boko Haram in Nigeria e da altri gruppi estremisti islamici.

L'Unione Europa sta muovendo dei passi decisivi per porre un freno ai massacri perpetrati dai gruppi jihadisti nel mondo, tramite azioni mirate a modificare stabilmente l’assetto legislativo internazionale in materia. Gli abusi e le persecuzioni protratti dall’Isis e da Boko Haram contro i cristiani e altre minoranze religiose sono stati riconosciuti dal Parlamento Europeo come "Genocidio".

Lo scorso 4 febbraio, gli europarlamentari hanno ratificato la risoluzione 2016/2529 dal titolo "Sullo sterminio sistematico delle minoranze religiose da parte dell’Isis", che invita i principali soggetti giuridici mondiali a fornire protezione militare e assistenza ai gruppi particolarmente vulnerabili nel mirino di tutte organizzazioni estremiste islamiche nel mondo.

Il provvedimento è il risultato di una serie di azioni legislative congiunte, adottate da alcuni anni a seguito dei fenomeni terroristici, che fanno tutte capo alla Convenzione delle Nazioni Unite del 9 dicembre 1948 (Diritti Umani) per la prevenzione e repressione del crimine di genocidio.

Notevole il numero di istituzioni a cui il Parlamento ha indirizzato la risoluzione: il Consiglio e la Commissione UE, l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, il Rappresentante speciale dell’UE per i Diritti Umani, il Segretario generale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il governo e il Consiglio dei rappresentanti di Iraq e Siria, il governo regionale del Kurdistan, le istituzioni dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), il Consiglio di cooperazione per gli Stati arabi del Golfo (GCC), il parlamento e il presidente della Nigeria.

La deliberazione ha sottolineato che chiunque commetta o supporti atti di violenza e atrocità per ragioni etniche o religiose, dovrà essere giudicato e condannato per violazione della legislazione internazionale, specialmente i crimini di guerra e i delitti contro l’umanità come appunto il genocidio.

Ai sensi del diritto internazionale, ogni individuo ha il diritto di vivere secondo la propria coscienza e di poter esprimere liberamente le proprie convinzioni religiose e non religiose. Per tale ragione, i leader politici e religiosi hanno il dovere di contrastare a tutti i livelli l’estremismo e promuovere il rispetto reciproco tra individui e gruppi religiosi.

L’intento più lungimirante di questa "delibera" consiste nel voler uniformare i sistemi giuridici nazionali, in particolare negli Stati membri dell’UE, così da impedire per legge a chiunque di partire per arruolarsi all’Isis o in altre organizzazioni terroristiche. Il testo della risoluzione del Parlamento chiede inoltre alla Commissione di nominare un Rappresentante europeo permanente per la libertà di religione e di credo.

"È una decisione storica. I parlamentari eletti nei 28 stati membri, che rappresentano più di 500 milioni di abitanti, hanno inviato un chiaro segnale agli Stati membri, alla Commissione europea e alla comunità internazionale per agire in conformità con il principio della responsabilità di protezione"

Da un punto di vista strettamente valoriale di matrice europea, si tratta di una decisione mirata a favorire il ripristino della dignità di milioni di persone colpite dai crimini barbarici dell’estremismo islamico. "È inoltre significativo come per la prima volta nella storia il Parlamento europeo abbia riconosciuto un genocidio attualmente in corso"

"Dobbiamo aiutare concretamente le minoranze religiose. Se non agiamo subito, entro il 2020 non ci saranno più cristiani né in Iraq, né in Siria, né in Nigeria"


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