giovedì 17 settembre 2015

Golpe militare in Burkina Faso, arrestati presidente e premier. Scontri e morti a Ouagadougou

Scontri a fuoco nella capitale Ouagadougou. È passato meno di un anno dal colpo di stato che costrinse alla fuga il dittatore Blaise Campaorè e il piccolo paese africano sembra precipitare di nuovo nel caos.

Scontri a fuoco sono in corso a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, dopo l’arresto del presidente Michel Kafando e del primo ministro Isaac Zida da parte di militari che hanno fatto irruzione nel palazzo presidenziale mentre era in corso un consiglio dei ministri.

Nella capitale Ouagadougou le sparatorie sono scoppiate nella serata di ieri quando i soldati delle unità d’élite hanno cercato di disperdere la popolazione che si era radunata per protestare contro il i militari. Fonti giornalistiche francesi hanno confermato che i militari hanno sparato sulla folla che era scesa in piazza e marciava verso il palazzo presidenziale. Ci sarebbero molte vittime.

A meno di un anno dal colpo di stato che ha costretto alla fuga l’allora capo di stato Blaise Campaorè e a poche settimane dalle elezioni che, sperava gran parte della popolazione, avrebbero dovuto ridare il potere ai civili e pacificare il Paese, è arrivato oggi un nuovo sconvolgimento.

Soldati in assetto da combattimento hanno circondato il palazzo e hanno preso posizione in alcune zone strategiche della città.

Le elezioni erano sono state fissate per l'11 ottobre ma a questo punto è probabile che vengano rinviate. Il presidente ad interim Michel Kafando e il primo ministro Isaac Zida, un colonnello che nell'ottobre 2014 fu tra i leader della rivolta che costrinse l’allora capo di stato Blaise Compaorè alle dimissioni e all'esilio, sono stati bloccati nei loro uffici nella capitale.

Le elezioni, nelle intenzioni soprattutto della comunità internazionale, avrebbero dovuto portare la democrazia nel Burkina Faso, Paese poverissimo, devastato dai 27 anni di dittatura, da vari tentativi di colpo di stato e, da un paio d’anni, anche dalle incursioni jihadiste dei Boko Haram nigeriani.

Ma negli ultimi giorni si erano registrate forti tensioni dopo che esponenti dell’ex partito presidenziale di Compaorè erano stati dichiarati ineleggibili. Quello di oggi potrebbe dunque essere una sorta di contro-golpe dei sostenitori del capo di stato estromesso un anno fa e da allora ospite di riguardo in Costa D’Avorio.

Secondo altri osservatori invece, lo scontro sarebbe tra i leader rimasti al potere nel dopo-golpe del 2014 e l'elite militare del Reggimento della Sicurezza Presidenziale che da giorni pretende le dimissioni del premier Zida. Quest’ultimo, tra l’altro, è anche il numero due dell’unità formata da 1.300 uomini super-addestrati.

Dal canto suo il presidente ad interim Kafando, 73 anni, è un alto diplomatico che ha rappresentato il Burkina Faso all'Onu per 15 anni. Nel Paese africano hanno base truppe speciali francesi e statunitensi, impegnate a contrastare l’avanzata dei fondamentalisti islamici dell'Isis nell'Africa Occidentale. Né la Francia, né gli Usa sono mai stati estranei alle vicende, spesso sanguinose, di questo piccolo e geograficamente strategico "pezzo d’Africa".

Ad oggi la situazione politica è davvero difficile in uno dei paesi più poveri del mondo.
(La Stampa)

Manifestazioni a Ouagadougou
La situazione resta tesa e confusa ed è in continua evoluzione. I recenti sviluppi precedono di poche settimane le elezioni presidenziali e legislative in programma l’11 ottobre, che avrebbero completato la transizione per il ritorno alla democrazia.

I fatti di Ouagadougou hanno provocato immediatamente una presa di posizione della comunità internazionale. Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon si è detto scosso dalla notizia della detenzione del presidente Michel Kafando e del primo ministro Yacouba Isaac Zida e ha chiesto il loro immediato rilascio. La nota del segretario generale Onu rileva che "questo incidente è una flagrante violazione della Costituzione del Burkina Faso e della Carta di transizione".

Anche gli Stati Uniti hanno espresso la loro contrarietà: "Gli Stati Uniti condannano duramente qualunque tentativo di conquistare il potere attraverso mezzi extra-costituzionali", ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, John Kirby.

Un militare della Rsp si è presentato alla televisione nazionale parlando a nome del Consiglio nazionale per la democrazia annunciando le dimissioni del presidente Kafando e dissoluzione del governo e del Parlamento di transizione. Inoltre, il generale Gilbert Diendéré è stato nominato presidente del Consiglio nazionale per la democrazia.

L’alto ufficiale negli scorsi anni era considerato uno strettissimo collaboratore di Blaise Compaoré. Nell'annuncio viene anche detto che è stato instaurato un coprifuoco dalle 19 alle 6 del mattino e le frontiere sono state chiuse.

Il colpo di stato odierno sembra sempre di più un modo per far rientrare dall'esilio e rimettere al potere l'ex-dittatore presidente Blaise Campaorè

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