martedì 28 aprile 2015

Orrore in Nigeria, scoperti centinaia di corpi decomposti a Damasak

Damasak distrutta
È l'ennesimo orrore venuto alla luce mano a mano che città e villaggi ritornano sotto il controllo governativo.

Centinaia di corpi decomposti, compresi quelli di donne e bambini, sono stati scoperti da un comitato governativo inviato a Damasak, nello stato nigeriano del Borno, dopo che la città è stata riconquistata dall'esercito. Il comitato istituito dal governatore del Borno, Kashim Shettima, per stimare il livello di distruzione nelle aree occupate dagli islamisti, ha come obiettivo quello di ripristinare i servizi essenziali e rendere nuovamente abitabili le aree precedentemente occupate dai militanti islamici.

I corpi sono stati trovati nelle case, nelle strade, nel fiume e in una ventina di fosse comuni. Secondo alcuni testimoni le vittime sarebbero circa 400. È l’ennesimo massacro dei Boko Haram.

La cittadina di Damasak, fino a un mese fa era sotto il controllo dei jihadisti. Si tratta del secondo ritrovamento di civili massacrati, anche subito dopo la riconquista della città era stata scoperta una fossa comune con un centinaio di corpi.

Sempre nel nord-est del Paese, nei pressi del villaggio di Bultaram, altre 21 persone sono state uccise dai miliziani. Gli uomini rimasti uccisi stavano cercando di raggiungere le loro case per fare scorta di provviste, quando sono stati oggetto di un’imboscata da parte di persone armate che fanno parte delle milizie di Boko Haram.

Gujba è uno dei tanti distretti dello Stato di Yobe che Boko Haram è riuscito a occupare durante le offensive lanciate lo scorso anno. Molti degli abitanti della zona sono fuggiti dalle loro case, cercando rifugio nella capitale Damaturu. L’esercito nigeriano ha lanciato nel febbraio del 2015 un’operazione militare congiunta con le forze di Ciad, Camerun e Niger, grazie alla quale molte delle aree nello stato di Yobe sono state liberate.

In questi giorni l'ex presidente, Goodluck Jonathan, ha incoraggiato le persone a ritornare nelle proprie case, dichiarando buona parte del nord-est come un territorio sicuro e pacificato. Tuttavia i leader delle comunità locali hanno avvertito i civili del rischio ancora concreto di attacchi da parte di gruppi di militanti jihadisti allo sbando, in particolare in quelle aree più remote, come Gujba, dove la presenza dell’esercito è ancora limitata.




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